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Alfano: “L’Italia, l’Europa e il comune destino Mediterraneo”

“Nessun mare al mondo ha avuto una fioritura di civiltà simile a quelle del Mediterraneo, capace di scolpire i tratti di una comune umanità europea. Un’umanità oggi sfidata dalla crisi migratoria. Ma come Italiani possiamo essere fieri, perché abbiamo salvato migliaia di vite umane e difeso l’onore dell’Europa”.

Questo il senso dell’intervento del ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, alla conferenza “La visione e la politica estera dell’Italia. Il contributo del CeSPI”, tenutasi oggi alla Camera dei Deputati.

Il ministro degli Esteri ha stigmatizzato il fatto che “tantissimi Europei hanno alimentato l’illusione di poter separare il loro destino da questo Mare. E l’Italia si è così trovata sola. Ma l’instabilità nel Mediterraneo è come un vento caldo di scirocco che soffia sul fuoco dei populisti e demagoghi: se vogliamo evitare che l’incendio populista si diffonda e bruci i cardini della nostra democrazia, l’Europa non deve più far finta di ignorare le crisi del Mediterraneo”, ha aggiunto Alfano che ha evidenziato come “in un Mediterraneo in tempesta, sulla bussola della diplomazia italiana ed europea, ci sono tre punti cardinali irrinunciabili: stabilizzazione della Libia e fine del conflitto siriano; orientamento verso Sud della NATO e Difesa Comune Europea; una più robusta diplomazia economica nel Mediterraneo e verso l’Africa, continente di cui abbiamo celebrato oggi la Giornata alla Farnesina e che sarà oggetto di una specifica sessione di outreach al G7 di Taormina”.

Il ministro ha rimarcato inoltre che “le sfide nuove partono dal Mediterraneo e anche il volto della grande arte della politica estera e’ cambiato e ci porta degli insegnamenti: mentre prima la politica estera veniva considerata il genere lento e il suo ritmo era quello della maturazione, adesso la globalizzazione e la digitalizzazione hanno ribaltato questo paradigma e il ritmo e’ diventato veloce; nel nuovo sistema i Paesi contano e hanno prestigio e pregio non per dove si trovano, ma in base a quello che fanno; quando c’è un vuoto, qualcosa alla fine lo riempie.

Questi insegnamenti si realizzano in pieno nel Mediterraneo”.

“Su terrorismo internazionale e migrazioni, infine – ha concluso Alfano -, l’Italia e’ un modello mirabile di coniugazione tra solidarietà e sicurezza. In un constesto storico in cui il rischio zero non esiste, siamo stati finora un Paese sicuro che ha garantito sicurezza senza rinunciare alla solidarietà.

Dovremmo avere più orgoglio di esserlo. Abbiamo fatto una scelta giusta e gli uomini delle istituzioni a volte sono chiamati a fare scelte giuste pur sapendo che fanno perdere dei voti. Ma la buona coscienza e il rispetto dei valori principali prevalgono. Se non avessimo fatto questo, un velo di vergogna avrebbe ricoperto prima l’Italia e poi l’intera Europa. Il presidente Juncker ha detto che noi abbiamo restituito l’onore all’Europa e adesso ci aspettiamo che l’Europa restituisca all’Italia una parte del sacrificio che ha compiuto”.